COENZIMA Q10 – le funzioni. —DSCN5318

Il coenzima Q10 (CoQ10), noto anche come ‘ubichinone’, è un componente essenziale dei mitocondri, le unità cellulari del nostro organismo responsabili della produzione di energia. Il CoQ10 è coinvolto nella produzione di ATP, responsabile di tutti i processi energetici dell’organismo. Scoperto nel 1957, attualmente la ricerca indica che gli integratori di CoQ10 possono apportare benefici significativi come antiossidanti e nel trattamento di diversi disturbi.

Sebbene l’organismo sia in grado di sintetizzarlo è possibile uno stato di carenza. Poiché il cuore è, tra i tessuti dell’organismo, uno dei più attivi metabolicamente, una carenza di CoQ10 influisce soprattutto su questo organo e porta a insufficienza cardiaca. Tra le malattie che richiedono un aumento dei livelli tissutali di CoQ10 vi sono in primo luogo i disturbi cardiovascolari come angina, ipertensione, prolasso della valvola mitrale e insufficienza cardiaca congestizia. Negli anziani inoltre il fabbisogno di tale nutriente può essere maggiore in quanto i livelli di questo coenzima con l’avanzare dell’età tendono a diminuire.

EFFETTI BENEFICI/USI PRINCIPALI
Gli effetti benefici del CoQ10 sono legati alla sua capacità di aumentare la produzione di energia ed all’azione antiossidante e di protezione contro l’azione dei radicali liberi. In particolare l’azione antiossidante si esplica impedendo la perossidazione lipidica. Come già detto le principali applicazioni cliniche riguardano le malattie cardiovascolari ma vi sono altre situazioni in cui ne è stata dimostrata l’efficacia e precisamente in casi di periodontite, immunodeficienza, diabete mellito, cancro, distrofia muscolare. Utile anche come molecola che può potenziare la ‘performance’ negli atleti .

MALATTIE CARDIOVASCOLARI
Un elemento importante, ma spesso trascurato, del trattamento dei disturbi cardiovascolari è la promozione delle condizioni che consentono al cuore di funzionare meglio. Lesioni degenerative del cuore si osservano in numerose patologie cardiovascolari. Sono lesioni provocate da ripetuti danni al cuore, come quelli che conseguono a un ridotto apporto di ossigeno, a stati infiammatori o altre cause. Il CoQ10 può invertire l’evoluzione delle lesioni degenerative del cuore o prevenirle potenziando la funzionalità meccanica di un cuore insufficiente, poiché consente un’ottimale nutrizione delle cellule.

La possibilità di un uso terapeutico del CoQ10 nelle malattie cardiovascolari è stata chiaramente documentata sia negli animali, sia in studi clinici sull’uomo. La carenza di tale coenzima è comune nei pazienti affetti da diverse patologie cardiovascolari. I risultati della biopsia del tessuto cardiaco di questi pazienti hanno mostrato un deficit di CoQ10 nel 50-75% dei casi. La semplice correzione dei livelli di CoQ10 potrebbe quindi ottenere notevoli benefici.

INSUFFICIENZA CARDIACA CONGESTIZIA
L’insufficienza cardiaca congestizia consiste nell’incapacità del cuore di pompare sangue in maniera efficace, generalmente per gli effetti a lungo termine dell’ipertensione. La terapia farmacologica convenzionale per questa patologia prevede l’uso di digitale, diuretici e vasodilatatori (beta-bloccanti, calcioantagonisti ecc..). L’insufficienza cardiaca congestizia è sempre caratterizzata da un impoverimento energetico, indicato dagli scarsi livelli di ATP e coenzima Q10 all’interno del muscolo cardiaco. Il principale problema clinico per questi pazienti è la frequente necessità di ricovero e l’elevata incidenza di aritmie, edema polmonare e altre gravi complicanze potenzialmente letali.

Numerosi studi dimostrano che l’integrazione di CoQ10, associata anche alla terapia farmacologica convenzionale, è estremamente efficace nel trattamento dell’insufficienza cardiaca congestizia.

IPERTENSIONE
Un deficit di CoQ10 è presente nel 39% di pazienti ipertesi. Questo risultato, da solo, è già sufficiente a suggerire la necessità di integrare questo coenzima. Mentre si conosce bene il meccanismo di azione del CoQ10 sul cuore, non è chiaro in quale modo tale coenzima riduca la pressione del sangue come dimostrato in diversi studi. L’effetto del CoQ10 sulla pressione del sangue tuttavia non si manifesta prima di 4-12 settimane di terapia e perciò non ha l’effetto del tipico farmaco antipertensivo; piuttosto sembra correggere alcune anomalie metaboliche, influenzando positivamente i valori della pressione del sangue.

MIOCARDIOPATIA
Per miocardiopatia si intende qualsiasi malattia che riduca la forza della contrazione cardiaca, compromettendo così l’efficienza della circolazione sanguigna. La miocardiopatia può avere origine virale, metabolica, nutrizionale, tossica, autoimmune, degenerativa, genetica o sconosciuta. Indipendentemente dalla causa, si riscontra un deficit di CoQ10 nella maggior parte dei pazienti affetti da questa patologia. Anche in questo caso un’integrazione di CoQ10 può significativamente migliorare la funzione cardiaca come risultato di una più ottimale produzione di energia da parte del muscolo cardiaco.

PERIODONTITE
La periodontite colpisce sempre con maggiore frequenza una larga fascia di popolazione. Un’adeguata igiene orale è certamente indispensabile, ma sono in molti a soffrire di gengive intrattabili, che spesso rendono necessario intervenire chirurgicamente e possono portare alla perdita del dente. Un deficit di CoQ10 è stato segnalato nel tessuto gengivale di pazienti affetti da periodontite. La frequenza del deficit varia, a seconda degli studi, dal 60 al 96%.La periodontite stessa può determinare un deficit localizzato del coenzima tuttavia l’86% dei pazienti presentava anche un basso livello del coenzima nei leucociti, segno questo della presenza di uno squilibrio sistemico. Il trattamento orale con CoQ10 risolve la carenza del tessuto gengivale.

CANCRO
Gli integratori di CoQ10 sono usati nel cancro per i loro effetti immunopotenzianti e antiossidanti. Il CoQ10 dovrebbe essere somministrato anche ai pazienti malati di cancro in terapia con qualsiasi chemioterapico caratterizzato da tossicità cardiaca.

DOSAGGIO e INTERAZIONI
La dose normale di CoQ10 varia dai 50 ai 150 mg al giorno.

Sebbene non vi siano interazioni negative con i farmaci, diverse sostanze farmacologiche influiscono negativamente sui livelli del CoQ10 così come il CoQ10 può mitigare alcuni effetti collaterali dei farmaci (statine, beta-bloccanti, psicotropi); su di tutti citiamo l’esempio dei diffusissimi farmaci anticolesterolo, le statine. Lovastatina, pravastatina, e simvastatina sono ampiamente usate per abbassare la colesterolemia e agiscono inibendo l’enzima HMG CoA reduttasi necessario alla sintesi del colesterolo nel fegato. Ma così agendo, sfortunatamente, questi farmaci bloccano anche la sintesi di altre sostanze necessarie alle funzioni dell’organismo, incluso il CoQ10. Gli integratori di CoQ10 sono quindi necessari per prevenire l’impoverimento di questo nutriente nei tessuti dell’organismo durante l’assunzione di questi farmaci.

bibliografia: Guida Medica agli integratori alimentari, M.T.Murray -Red Edizioni

 

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