Placebo o nocebo?

L’EFFETTO PLACEBO….. o NOCEBO.

Analizziamo un concetto di cui spesso sentiamo parlare: “l’EFFETTO PLACEBO”.

Qualsiasi trattamento medico deve essere valutato in base ai suoi risultati, positivi o negativi, in relazione all’evoluzione della malattia.
Com’è noto prima di introdurre un nuovo farmaco per sperimentarne la reale efficacia occorre eseguire una serie di valutazioni e confrontare l’effetto della nuova terapia comparandola con una sostanza dagli effetti nulli, appunto il placebo.
Questo per il semplice motivo che anche l’assunzione di una sostanza che non contiene alcun principio attivo, il classico “zuccherino”, è in grado di sortire effetti clinici bene visibili, misurabili e confrontabili con un trattamento farmacologico.
Ma questo fatto avviene solo a condizione che il paziente sia convinto di assumere, invece del placebo, un determinato principio attivo in grado di interferire positivamente con il decorso della sua malattia.

La mente che curaMa come mai ciò può accadere? Quale meccanismo si attiva in modo così potente in tali condizioni?
Solitamente l’analisi superficiale di questo fenomeno si limita a considerarlo come semplice effetto psicologico, semplice autosuggestione.
Personalmente la ritengo una visione assai limitata.
E’ indubbio che l’effetto psicologico sia centrale, ma alla luce degli studi e delle scoperte della PNEI (Psico – Neuro – Endocrino -Immunologia) la sua valutazione non può fermarsi all’autosuggestione ma dovrà spingersi ben oltre ed andare alla scoperta di un fattore che può concorrere in maniera determinante per favorire la nostra salute ed il nostro benessere.

La PNEI ormai ha scoperto ben più di 50 molecole, denominate “peptidi” o “neuro peptidi”, che si attivano a secondo delle condizioni psicologiche ed in funzione dei nostri pensieri e dei nostri stati d’animo.
E’ provato che tali molecole vanno ad influenzare i nostri sistemi (nervoso, endocrino ed immunitario) e quindi in definitiva tutto il nostro organismo.

Quindi segnali ed informazioni che partono dalla nostra psiche di natura biochimica, non solo pura e semplice autosuggestione. La nostra mente è in grado di interagire con ogni nostra cellula orientandola nei suoi “comportamenti”….insomma la nostra mente ci può curare e l’effetto placebo ne è la dimostrazione concreta ed inconfutabile.

Da questa constatazione ne consegue un’altra di portata ben più importante; non essendo quindi il “placebo”, se non indirettamente, a procurare un beneficio al nostro organismo è evidente che gli attori principali che entrano in gioco in questo processo siamo noi stessi.

A noi la possibilità di utilizzare un’arma così potente come il nostro pensiero a favore della nostra salute e non contro, altrimenti si instaurerebbe l’effetto diametralmente opposto, vi è sempre un rovescio della medaglia, l’effetto NOCEBO.

“Non c’è posto per la malattia in un corpo dotato di pensieri armoniosi”

 

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