La metafora dell’escursionista — prima parte

LA METAFORA DELL’ESCURSIONISTA e LA SALITA (in SALUTE) VERSO LA CIMA DELLA MONTAGNA.

L’escursionismo, il camminare lungo sentieri che ci permettono di raggiungere un rifugio alpino o la cima di una montagna, raccontata in metafora, si adegua molto bene a diversi aspetti della nostra vita. Limitandoci ai temi relativi al benessere proviamo a raccontare il cammino che l’escursionista dovrà percorrere per raggiungere la vetta, quindi per VIVERE in SALUTE.

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Immaginiamo quindi di dover compiere un’escursione e di camminare lungo un SENTIERO a tratti anche impegnativo ma non proibitivo (massima difficoltà con passaggi EE, per escursionisti esperti); la mèta da raggiungere può essere un RIFUGIO oppure la CIMA di una MONTAGNA che nella nostra metafora sono rappresentati, come ormai abbiamo capito, dalla SALUTE.
Per portarla a termine con successo sono molti i fattori che dobbiamo “curare”; occorre sicuramente avere una buona preparazione, un buon allenamento e dotarsi di un adeguato equipaggiamento. Del resto anche la SALUTE è condizionata da diversi fattori in relazione a tutte le necessità fisiologiche del nostro organismo al fine di stimolare e mantenere in piena efficienza la nostra ENERGIA VITALE, la VIS MEDICATRIX NATURAE, in perfetto accordo con i PRINCIPI della NATUROPATIA.

Alla partenza non siamo certo tutti uguali e nelle stesse condizioni, vi possono essere escursionisti dotati da madre natura (la genetica) di una capacità maggiore di adattarsi alla camminata ed alle fatiche della montagna, ma stiamo pur certi che senza un buon grado di allenamento (fenomeno epigenetico) non sarà possibile raggiungere la mèta. Contare solamente sulle proprie doti innate potrebbe rivelarsi un grave errore.
In definitiva non possiamo sperare che sia solo la componente genetica, e in un certo senso quindi la fortuna, a portarci in cima alla montagna. Siamo però ugualmente consapevoli che l’elemento fortuna, o se vogliamo l’imponderabile, può in qualsiasi momento sconvolgere i nostri piani in modo beffardo ed a volte anche tragico.
Pensiamo per esempio al masso che ci potrebbe improvvisamente investire pur camminando sulla “tranquilla”, in teoria, via normale di salita. (e qui gli scongiuri sono d’obbligo). In effetti a volte anche la malattia improvvisamente si manifesta senza capire e sapere i perché, pur avendo cercato di fare vera prevenzione. DSCN6346Il complicato funzionamento del nostro organismo è ancora ben lungi dall’essere pienamente compreso, come del resto non si conosce mai abbastanza la montagna con i suoi pericoli e le sue insidie nascoste. Insomma, la “morale” è che dobbiamo essere preparati sempre a tutto, nella salita verso la montagna come nella vita.

A prescindere comunque dall’elemento fortuna/sfortuna, l’escursionista si dovrà sempre impegnare ed agire in prima persona per gestire al meglio il cammino lungo la salita. Non si azzereranno certo i rischi, ma si avranno sicuramente più probabilità di salutare l’arrivo alla vetta

fine prima parte …. vai alla seconda parte

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