GLI OMEGA-3 MIGLIORANO LA MEMORIA DI LAVORO NEI GIOVANI SANI

Un piccolo studio pubblicato di recente su PLoS One mostra che i giovani sani tra i 18 e i 25 anni, un’età in cui si è al top delle performance cognitive, possono migliorare ulteriormente la loro memoria di lavoro aumentando l’assunzione di acidi grassi polinsaturi omega-3 (PUFA n-3).

“La memoria di lavoro è fondamentale per il ragionamento adattativo e per il problem solving” spiega Bita Moghaddam, PhD, docente di neuroscienze presso l’Università di Pittsburgh in Pennsylvania e autrice senior dello studio. “Questo è il primo studio che dimostra come un integratore alimentare sia in grado di migliorare un’importante capacità cognitiva nei giovani adulti sani”.

Il lavoro evidenzia una correlazione positiva tra i livelli ematici degli omega-3 e la memoria di lavoro “che indica come la dieta giochi un ruolo non trascurabile nelle prestazioni cognitive dei giovani adulti sani” afferma la Moghaddam. “La dieta non ha effetti solo sul peso, ma può avere un’influenza fondamentale sulle funzioni cerebrali, anche in giovani individui sani”.

Tuttavia, il meccanismo alla base del beneficio fornito dagli omega-3 sul fronte cognitivo resta poco chiaro, spiegano gli autori del lavoro. La loro prima ipotesi – che i PUFA n-3 aumentino la neurotrasmissione della dopamina aumentando i livelli del trasportatore vescicolare delle monoamine di tipo 2 (VMAT2) nello striato – è stata smentita dallo studio.

Ma la Moghaddam sottolinea che il suo gruppo ha indagato solo questo meccanismo e l’assenza di un suo coinvolgimento indica che ce ne devono essere altri importanti in gioco. Gli autori hanno già diversi target in mente.

Nello studio pubblicato su PLoS One, il team guidato dalla Moghaddam ha utilizzato la tomografia a emissione di positroni (PET) per misurare la disponibilità di VAMT2 prima e dopo la supplementazione con PUFA n-3. A tale scopo, undici giovani adulti sani sono stati trattati per 6 mesi con un integratore a base di PUFA n-3 (Lovaza, 2 g/die, contenente acido docosaesaenoico, 750 mg/die e l’acido eicosapentaenoico 930 mg/die) e sottoposti a PET con un tracciante selettivo per il VMAT2 all’inizio e alla fine del trattamento.

I partecipanti sono stati sottoposti anche al test “n-back” (un test standard per misurare la memoria di lavoro) e a un’analisi della composizione in acidi grassi della membrana dei globuli rossi prima e dopo i 6 mesi di assunzione dell’integratore.

I risultati del test sulla memoria di lavoro effettuati prima della supplementazione hanno mostrato una correlazione positiva con i livelli plasmatici di omega-3 (P = 0,009). “Ciò significa che gli omega-3 assunti con la dieta sono già correlati positivamente con la memoria di lavoro” osservato la Moghaddam in un comunicato stampa diffuso dall’Università di Pittsburgh. Ebbene, i risultati del test sono ulteriormente migliorati in modo significativo dopo 6 mesi di assunzione dei PUFA n-3 (P = 0,04).

Nel loro articolo, i ricercatori fanno notare che alcuni studi precedenti hanno suggerito come una carenza di PUFA n-3 sia associata ad alterazioni dell’umore e delle funzioni cognitive. Altri lavori hanno anche suggerito che questi acidi grassi potrebbero avere un ruolo come terapia aggiuntiva nei disturbi neuropsichiatrici, come i disturbi dell’umore, la schizofrenia, deficit di attenzione e iperattività.

“Il periodo che va dalla tarda adolescenza alla prima età adulta è una fase vulnerabile dato che l’esordio dei sintomi della maggior parte delle malattie psichiatriche, tra cui il disturbo bipolare e la schizofrenia, si verifica in questo periodo. Una carenza di omega 3 potrebbe contribuire a questa vulnerabilità” afferma la Moghaddam.

Stephen Manuck, un altro ricercatore dell’Università di Pittsburgh, non coinvolto nello studio, ha commentato i risultati dicendo che si tratta di un lavoro importante perché, così come si è iniziato a preoccuparsi delle abitudini alimentari dei giovani al fine di prevenire l’obesità, si sa ancora molto poco su come i componenti della dieta influenzino le capacità mentali nella prima fase della vita. Inoltre, ha osservato l’esperto, il cervello va incontro a una notevole riorganizzazione durante l’adolescenza, e lo fa in aree coinvolte nel tipo di memoria misurata nel lavoro appena pubblicato su PLoS ONE.

“Sarà interessante nei prossimi studi valutare se i miglioramenti della memoria di lavoro osservati in questa ricerca persistono nel tempo o si possono mantenere solo continuando ad assumere gli integratori di omega-3” ha concluso l’esperto.

Fonte: Pharmastar, 31/10/2012

  1. Narendran, et al. Improved Working Memory but No Effect on Striatal Vesicular Monoamine Transporter Type 2 after Omega-3 Polyunsaturated Fatty Acid Supplementation. PLoS ONE 7(10): e46832. doi:10.1371/journal.pone.004683

http://www.plosone.org/article/info:doi/10.1371/
journal.pone.0046832

 

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