Limiti intervento in naturopatia

LIMITI INTERVENTO in NATUROPATIA

Spesso sui giornali o in televisione assistiamo a dibattiti e prese di posizione a volte stucchevoli sulla supposta incompatibilità e contrapposizione che ci sarebbe tra la medicina ufficiale e le medicine cosiddette alternative o complementari.
Io credo sia utile fare un passo in avanti per superare posizioni che tolgono lo sguardo dall’unico obiettivo che ci deve interessare: il nostro benessere.

Sotto quest’ottica mi sembra palese che la medicina non può che essere una sola e sarà il risultato di un’integrazione di diverse discipline, ognuna delle quali può contribuire a raggiungere l’obiettivo, senza che nessuna si atteggi a onnipotente o a depositaria esclusiva della verità.
Se l’obiettivo è la salute il primo passo che qualsiasi medicina deve fare è quello di mantenerla e se possibile di migliorarla.
In questo campo direi che la medicina convenzionale svolge un ruolo a mio avviso ancora marginale. Il concetto di prevenzione primaria è raramente applicato con determinazione e molti operatori del settore si limitano a consigliare esami periodici e di “ruotine” per rimanere sotto controllo e per scoprire in anticipo ciò che invece si dovrebbe cercare di evitare con stili di vita più adeguati.
Quindi la prevenzione come primo passo, concetto semplice e quasi ovvio, da tutti invocato (prevenire è meglio che curare) ma raramente messo realmente in pratica, come tutte le cose che appaiono troppo semplici e si danno per scontate. Spesso il messaggio quasi “subliminale” che certa informazione vuol far passare è il seguente: “tanto poi se ti devi ammalare, ti ammali lo stesso”

I principi della Naturopatia classica hanno invece come obiettivo prioritario la prevenzione primaria delle malattie da raggiungere attraverso il rispetto delle necessità fondamentali del nostro organismo stimolandone la forza vitale e le sue innate capacità di autoguarigione.
Approfondendo il significato di questa definizione si possono elencare poche ma precise regole che troppo spesso vengono sottovalutate cercando poi di trovare il rimedio in improbabili e complicate terapie. Come spesso accade invece la soluzione più semplice, almeno in prima battuta, è sempre la migliore. Ricordiamoci, è sempre la “via normale” che più facilmente ci porterà alla vetta della montagna.

La Naturopatia esprime concetti di cui abbiamo già parlato in altre parti del sito; in sintesi per agire in prevenzione dobbiamo porre l’attenzione sui seguenti punti:
1) SANA ALIMENTAZIONE
2) MANTENERE SEMPRE EFFICIENTE LA FUNZIONALITA’ DEL NOSTRO APPARATO GASTRO-INTESTINALE.
3) DISINTOSSICAZIONE PERIODICA DELL’ORGANISMO
4) PRATICARE UNA REGOLARE ATTIVITA’ FISICA
5) INTEGRAZIONE MULTIVITAMINICO-MINERALE ove necessario, cioè quasi sempre.

Un individuo di sana costituzione dalla nascita, che osserva queste semplici disposizioni e che assume un atteggiamento mentale positivo ed equilibrato verso la vita, ha ottime possibilità di vivere bene, in buona salute ed è nelle condizioni di non aver bisogno di altri interventi.
Quando invece vi sono grosse debolezze a livello costituzionale, o quando con comportamenti squilibrati si indebolisce talmente il nostro organismo da avviarlo verso il sintomo e la malattia, allora è chiaro che devono intervenire altre forme di medicina e di cure.

Oltre a questioni prettamente genetiche, l’intervento della medicina convenzionale è più che giustificato e quindi in questi casi insostituibile quando la malattia ha ormai causato una lesione organica e quando le capacità di autoguarigione dell’organismo sono praticamente nulle.

Il limite quindi tra l’intervento naturopatico, che si dirige quindi verso il mantenimento della salute attraverso una “cura del terreno” del soggetto e la medicina tradizionale, deve essere individuato nella lesione organica o in altri termini quando la forza vitale dell’organismo non è più in grado di mantenere lo stato di equilibrio funzionale dell’organismo, che corrisponde ad uno stato di piena salute.
L’intervento “convenzionale” è ovviamente altrettanto giustificato anche in altre situazioni ed in particolare quando si deve operare in maniera rapida e veloce per risolvere fasi acute di malattie che altrimenti potrebbero causare danni irreversibili e anche letali per l’organismo; pensiamo ai classici interventi di medicina d’urgenza per problemi cardiocircolatori, nella fase acuta di molte malattie infettive, pensiamo al ruolo a volte insostituibile che ha la chirurgia nella risoluzione di molte patologie etc….
In queste situazioni occorre riconoscere i meriti che la medicina moderna ha ed ha avuto nella cura e nel controllo di molte malattie, ma come si può ben intuire il suo campo d’azione deve essere più circoscritto e limitato rispetto alla situazione attuale in cui al primo disturbo spesso si prescrive il farmaco senza minimamente occuparsi di essere “causalisti”.

L’eccessivo interventismo farmaceutico è ben riassunto in una frase di Luigi Costacurta, uno dei padri della naturopatia in Italia, quando affermava che a volte “la medicina tradizionale, con tutte le sue discipline, opera come quel muratore che salendo sul tetto di una casa per sostituire una tegola ne rompa tre”.

Comunque anche nella fase in cui dobbiamo ricorrere ad un intervento convenzionale è sempre di fondamentale importanza correggere tutte le abitudini di vita sbagliate che sono spesso alla base dei disturbi altrimenti il traguardo della salute integrale e duratura resterà per sempre un pura chimera. Sempre in questa fase sono utili interventi complementari che possono aiutare l’organismo in una fase di oggettiva debolezza evitando anche al ricorso massiccio ai farmaci e diminuendone quindi gli inevitabili effetti collaterali.

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