LA COLITE: MADRE DI TUTTE LE MALATTIE.

L’apparato gastro-enterico gioca un ruolo chiave nel mantenimento dello stato di salute del nostro organismo in virtù delle sue funzioni che dipendono dall’integrità dell’ecosistema intestinale definito dall’epitelio di rivestimento, dalla flora batterica intestinale, dalla funzione ormonale e dal tessuto linfatico.

Qualunque lesione anatomo-patologica che possa interessare l’epitelio di rivestimento della mucosa coinvolgerà inevitabilmente, in misura di minore o maggiore intensità, le funzioni che gli altri componenti svolgono. Ne consegue sul piano clinico la comparsa della nota “sindrome del colon irritabile” caratterizzata, in virtù delle molteplici attività svolte dell’intestino, da numerose e diverse spie cliniche che si potranno manifestare anche a distanza dall’apparato digerente.
Ma per la preminente funzione di assorbimento di elementi essenziali per l’organismo la sindrome del colon irritabile, per qualunque sia la sua manifestazione clinica, comporterà un alterato assorbimento e stati di carenza di nutrienti, con compromissione dei sistemi biologici della cellula.

Pertanto il primo mezzo di prevenzione per contrastare sintomi da carenza di nutrienti è mantenere sempre efficiente le funzioni dell’apparato gastro-enterico, soprattutto attraverso un consumo di cibo secondo le linee guida dell’alimentazione umana.
La colite, o più precisamente la sindrome del colon irritabile, emblema di un’alterata funzionalità intestinale, deve essere quindi considerata il punto di appoggio e di partenza della maggior parte delle patologie cronico-degenerative proprio in virtù dell’importante ruolo che l’intestino svolge.

Per comprendere in che modo l’infiammazione dell’intestino, e in senso estensivo le malattie intestinali, possa essere considerata la madre di tutte le patologie è necessario comprendere le molteplici funzioni che l’intestino svolge. L’intestino, per la sua centralità nel rifornire l’organismo dei nutrienti necessari e per le varie attività metaboliche, occupa un ruolo di primaria importanza per lo stato di salute dell’intero organismo.

In virtù della grande superficie, circa 200 mq, della fine organizzazione nervosa, della ricchezza di tessuto linfatico, della notevole e variegata attività endocrina, è in grado di informare, modulare e condizionare tutte le strutture dell’organismo, cervello e parenchimi endocrini in primis.

Abbandonata pertanto l’antiquata visione di un mero canale di transito, sede di svariati processi bio-chimici implicati nella digestione, l’intestino deve essere assimilato ad una vera e propria centrale operativa di elaborazione dati (volendo usare un linguaggio informatico) in cui arrivano, nascono ed escono input sia esogeni (per es. cibo, tossine, agenti biologici ecc.) sia endogeni, (per es. ormoni, neuropeptidi, immunomodulatori etc.).

L’eterogeneità, la complessità e soprattutto la perfetta integrazione delle diverse funzioni fanno dell’intestino un organo “intelligente” in cui ben si concretizzano i principi della psico-neuro-endocrino-immunologia (PNEI). Tuttavia questa notevole complessità strutturale-funzionale rende l’intestino un organo facilmente vulnerabile in quanto, proprio a causa delle strette interconnessioni esistenti tra le sue varie componenti, l’alterazione di una delle sue funzioni si ripercuoterà anche sulle altre e in ultima analisi su una delle sue proprietà fondamentali: la capacità di assorbire i nutrienti con compromissione del potere antiossidante dell’intero organismo.

Da questo punto di vista l’intestino può essere paragonato alla radice della pianta.pulizia-intestino
La pianta cresce rigogliosa e fiorisce se la radice è vitale e il nutrimento è valido; ma se il nutrimento è insufficiente o non idoneo, la radice si ammala e la pianta appassisce. Ciò avviene anche per noi se l’intestino viene meno. Ne consegue, sul piano clinico, la comparsa della nota “sindrome del colon irritabile” caratterizzata, in relazione alle molteplici attività svolte dell’intestino, da numerose e diverse spie cliniche che si potranno manifestare anche a distanza dall’apparato digerente.

La SINDROME DEL COLON IRRITABILE si manifesta con espressioni cliniche poliedriche: dai disturbi del comportamento quali ansia, depressione, irritabilità ecc., a quelli più propriamente intestinali quali diarrea, stitichezza, gonfiore addominale, dolore, ecc.

Le cause possono essere individuate in:

– consumo prevalente di cibi raffinati, processati che comportano scarsa introduzione di fibre, vitamine, minerali ed oligoelementi;
– eccessivo consumo di zuccheri semplici.
– scarso consumo di frutta e verdura;
– abuso di caffè, alcool e tabacco;
– prolungato uso di farmaci.

Una tale situazione avrà decisive conseguenze sullo stato di salute con espressioni cliniche che, se anche diverse come patologie, riconoscono la loro comune origine in una alterata funzionalità intestinale e in una carenza di nutrienti.
Le patologie che ne conseguono saranno quindi l’espressione clinica di una funzionalità intestinale compromessa e la modalità di comparsa e le loro caratteristiche di insorgenza saranno molteplici secondo il metabolismo individuale e in rapporto ai nutrienti deficitari.

La carenza dei nutrienti dovrà essere prontamente contrastata prima ancora che si manifestino i segni relativi ad una patologia, iniziando un’adeguata supplementazione già in presenza della più frequente delle malattie della società moderna, la colite, che essendo alla base di un alterato assorbimento di nutrienti può a ragione essere definita la madre di tutte le malattie.

Pertanto mantenere in perfetta efficienza la funzione intestinale è il primo obiettivo che ciascuno di noi deve raggiungere ed è il primo mezzo di prevenzione primaria di cui la pulizia e l’igiene intestinale rappresenteranno due momenti terapeutici fondamentali e propedeutici alla terapia di qualunque patologia.

bibliografia: Renato De Magistris – Bruno Ciaramella
Nutrienti e Malattie cronico-degenerative  -Guna Editore-

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