IL COLESTEROLO E LE SUE VITALI FUNZIONI PER L’ORGANISMO

Andiamo con questo articolo un poco in controtendenza e scriviamo delle virtù di una sostanza troppo spesso demonizzata e identificata come pericolosa per la nostra salute. Parleremo anche delle possibili gravi conseguenze insite nel tentativo a volte maldestro ed abusato di abbassarne il valore con interventi che alterano pericolosamente la naturale (e salutare) fisiologia del nostro organismo.

Il COLESTEROLO da un punto di vista chimico è un lipide che svolge numerose funzioni ESSENZIALI.
Oltre ad essere un importante costituente delle membrane cellulari è di fondamentale importanza per l’azione che svolge in qualità di precursore nella formazione di diversi ormoni steroidei e dei sali biliari.
La maggior parte del colesterolo presente nel sangue è prodotto dal fegato tuttavia una certa quantità di questo lipide, si stima circa il 20%, viene assorbita direttamente dagli alimenti, in particolare dai grassi saturi contenuti nei cibi di origine animale.
Per “viaggiare” all’interno del nostro corpo il colesterolo si avvale delle lipoproteine, particelle di diverse dimensione dotate di una parte centrale formata da colesterolo e trigliceridi in proporzioni diverse e da un involucro esterno di fosfolipidi e apoproteine, le proteine trasportatrici.

Da quanto evidenziato sembrerebbe alquanto strano imputare ad una sostanza di vitale importanza per il nostro organismo valenze assolutamente negative e da trattare con tutta una classe di farmaci, le statine, per abbassarne il livello.

La “teoria lipidica”, che associa direttamente il livello di colesterolo ematico con l’insorgenza di patologie cardiovascolari, si sviluppa intorno agli anni ’50 e sostiene che sia proprio questo lipide il principale responsabile della formazione delle placche all’interno dei vasi che lentamente possono ostruirne il lume e per tale motivo ne consiglia la riduzione del livello circolante nel sangue.
Date le premesse iniziali però anche il semplice buon senso ci dovrebbe far sospettare e prendere le distanze da questa troppo semplicistica visione della realtà.
In effetti non si capisce come il nostro corpo con la sua “intelligenza istintiva”, decisamente superiore alle superficiali congetture umane, debba autoprodursi in grandi quantità una sostanza potenzialmente letale o comunque dannosa per la salute.

Ma all’industria farmaceutica non interessava più di tanto approfondire la questione, ormai aveva trovato un nemico da combattere e soprattutto escogitato un farmaco che prometteva lauti guadagni.
La presenza di colesterolo nelle placche è bastata per iniziare tutta una propaganda di demonizzazione con relativi drastici interventi a mezzo di farmaci per ridurne la quantità.
Certo si davano anche indicazioni dietetiche e comportamentali spesso però pericolose come la sostituzione del naturale burro con la margarina od altri composti vegetali idrogenati assolutamente dannosi in quanto completamente estranei alla nostra naturale fisiologia.

Oltretutto è di evidenza assoluta la difficoltà di ridurre con semplici accorgimenti dietetici in modo significativo una sostanza che è prodotta in larga misura, come detto poc’anzi, dal nostro organismo.

Scendono quindi in campo le statine, farmaci che vanno ad inibire parzialmente un enzima (HMG-CoA reduttasi”) responsabile della produzione endogena di colesterolo da parte del fegato.
Per vendere molti farmaci occorreva però stabilire dei livelli di colesterolo “salutari” sempre più al ribasso ed è per tale motivo che nei parametri di laboratorio il livello “normale” nel corso degli ultimi anni è stato abbassato più volte da tutta una serie di esperti, alcuni dei quali scoperti poi essere al soldo delle case farmaceutiche.

Vendita delle statine che non conosce crisi, anzi capita spesso di leggere studi sulle loro incredibili proprietà in relazione anche ad altre patologie, farmaci polivalenti potremmo dire. Cosa non si inventa la parte degenerata della medicina (quella degli affari) per arricchire le proprie casse.

Al contrario tutta una serie di analisi e studi più attenti hanno dimostrato che la famosa “placca” va a svilupparsi solo in presenza di una lesione o di una infiammazione della parete dei vasi, quindi chi ha additato il colesterolo come agente primario della malattia vascolare ha confuso le cause con gli effetti.
Inoltre la frazione di colesterolo potenzialmente dannosa parrebbe essere solamente quella delle LDL ossidate, ma qui entrano in gioco le capacità antiossidanti proprie del nostro corpo insieme a tutte quelle sostanze antiossidanti e protettive contenute nei cibi, mi riferisco in particolare ai micronutrienti.
Alla luce di questi fatti occorrerebbe quindi un ribaltamento totale della teoria lipidica ma come si può ben intuire ciò non avviene, o avviene molto lentamente nonostante le autorevoli prese di posizione di molti medici e ricercatori, in quanto gli interessi economici in gioco sono ancora troppo forti.

Abbiamo quindi visto come il beneficio che ne trae l’organismo dall’avere livelli di colesterolo più bassi esista solo sulla carta. Escludiamo chiaramente situazioni rare e particolari in cui vi sia un livello di questo lipide con valori veramente abnormi dovuti probabilmente a questioni di genetica familiare.

Di tutt’altro spessore invece sono gli effetti avversi delle statine e non potrebbe essere diversamente in quanto con la loro azione vanno ad interferie con la naturale fisiologia dell’organismo, concetto quest’ultimo che ripetiamo spesso in quanto di fondamentale importanza. Come se in un certo senso avessimo dalla nascita un difetto di serie da riparare ma il nostro corpo sa spesso e meglio di noi ciò che deve o non deve fare.

L’effetto avverso più clamoroso è l’inibizione della produzione endogena di Coenzima Q10, molecola indispensabile e di cui abbiamo già parlato in questo sito. Infatti lo stesso enzima che sintetizza il colesterolo è implicato anche nella produzione endogena di Q10.
Altro problema riguarda il noto danno (rabdomiolisi) che possono provocare le statine in relazione alla funzionalità muscolare.
Per chi vuole approfondire l’argomento sugli “effetti avversi” rimando comunque agli altri contributi che trovate sempre su questo sito.

Mi preme invece, per terminare questo articolo, focalizzare l’attenzione sull’effetto voluto dalle statine, cioè l’abbassamento del colesterolo, in particolare nella sua frazione LDL. Tale fatto per la medicina naturale nasconde un errore concettuale enorme, tipico di una troppo diffusa corrente di pensiero medico-specialistica che manca di una visione d’insieme del funzionamento della “macchina umana”.
Abbiamo ribadito all’inizio che il colesterolo è prodotto in massima parte dal nostro fegato, questo è un fatto che non può passare inosservato e che deve essere intelligentemente interpretato.
Un livello quindi non adeguato di colesterolo, indotto proprio dall’uso di farmaci, non può non avere effetti negativi per tutto l’organismo.

Anche su questo punto indico di seguito alcuni studi che ben descrivono i pericoli che possono derivare da un valore troppo basso del colesterolo, in particolare della frazione LDL, il cosiddetto colesterolo “cattivo”.

A questo punto mi sembra del tutto logico augurare un buon colesterolo a tutti.

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